1 – caro Alex,
sul primo tema, quello delle banche italiane, hai in parte ragione: volevo cioè essere sarcastico, per così dire, non rispetto alla relativa “modernizzazione” della banche italiane (a parte intendersi se è più un pregio o un difetto), bensì rispetto al crollo di borsa, a mio avviso ingiustificato, che hanno avuto le banche quotate sul listino milanese, grandi o piccole che siano (media settoriale: -28% negli ultimi 12 mesi; unica azione positiva: CR Firenze +43,2%, ma solo perché sotto OPA).
Sul secondo argomento, invece, naturalmente il mio è un parere del tutto personale che deriva dal fatto che le banche, prima di essere strutturatori di alchimie finanziarie o intermediari nell’M&A, sono appunto delle “banche”, ovvero intermediari finanziari che, in genere, si finanziano a breve e prestano a lungo: ecco il perché dell’importanza dello yield steepening.
Altro aspetto, non meno importante: stiamo parlando spesso di operatori globali, con attività diversificate e arguzia finanziaria ai massimi livelli, anche se non sempre irreprensibili (vd. ad es. il caso SocGen); vuoi, dunque, che non trovino altre vacche grasse da mungere??
Bye